Nel 1248 Schiavi fu possedimento dei conti D’Aquino con alterne e poco chiare vicende fino al 1406. Sotto la loro signoria ed in particolare durante il regno di Andrea II e Tommaso, dal 1248 al 1289 circa, signori di ”Vicalbo”, Schiavi assunse definitivamente la forma di villaggio fortificato legato ad una struttura agraria. Fu rinforzata la cinta muraria dell’antica “curtis”e costruita l’attuale torre (v. i castelli medievali del Basso Lazio di Gioacchino Giammaria editore Laterza 1998), che entrò a far parte del sistema di torri di avvistamento del Basso Lazio.
Alta 25 metri a base quadrangolare con angoli rinforzati da conci regolari più grossi, la torre, ha un andamento rastremato ed è coronata da 48 beccatelli in pietra.
Verso sud ha due piccole finestre rettangolari in asse, al lato ovest un’altra finestra e un bassorilievo in pietra bianchissima che mostra gli stemmi di tre famiglie: I “Cantelmo”, i “Da Celano” e un terzo stemma di difficile collocazione.
Poiché Antonio Cantelmo duca di Alvito, nel 1439 sposò la duchessa Antonella da Celano che gli portò in dote la contea di Sora, lo stemma fu con molta probabilità inserito nella torre in questa occasione. Verso la piazza, una suggestiva scala in pietra, conduce alla stanza del primo piano utilizzata per varie funzioni tra cui l’amministrazione della giustizia. Nel mezzo, una botola chiusa a sportello, porta al locale sottostante dove si diramano due cunicoli; uno in direzione Vicalvi e l’altro sprofonda nel terreno simile ad un pozzo a sezione cilindrica. Attualmente proprietà della famiglia Viscogliosi.
A cura del Dott. Domenico Marsella